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Channel: Commenti a: Ma l’Eurosistema è “sostenibile”?
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Di: nickcusa

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Sull’abolizione dei derivati (o su una loro severa regolamentazione che li vincoli al possesso del sottostante reale) concordiamo con lei Tommaso. Per quanto riguarda le monete nazionali e le banche nazionali, diversamente, riteniamo che il punto d’osservazione debba essere ribaltato. La moneta non può essere intesa come elemento di vincolo dell’economia fisica, quanto piuttosto come elemento propulsivo, così come intesa all’interno di un sistema creditizio. Storicamente, la più eccelsa manifestazione del sistema creditizio, la ritroviamo nella Costituzione americana e fu puntualmente definita da Alexander Hamilton, che lo definì espressamente “Sistema americano di economia politica”.
In merito all’Unione monetaria europea, abbiamo sempre ritenuto utopico questo processo. Un’economia è la “traduzione”, l’applicazione di un processo culturale – che si esprime e si sviluppa tramite una lingua – e non viceversa. L’Europa è espressione di almeno 15/20 culture/lingue. La formazione degli Stati Uniti d’America come stato federale – visto che spesso viene preso a modello per promuovere la nascita degli Stati Uniti d’Europa – fu possibile proprio grazie all’omogeneità culturale che esisteva tra i vari stati confederali. D’altra parte, questo ragionamento in termini di principio, trova oggi facile supporto in come si è sviluppato l’UEM dal 1992 ad oggi: l’indebitamento nazionale dei singoli stati è cresciuto, la produttività industriale è scesa, la capacità d’acquisto reale è scesa, la disoccupazione è aumentata. E la soluzione, ripetiamo, non può passare dalla tentata fuga in avanti per cui si debba addirittura arrivare ad uno stato unico europeo: mancano i presupposti di fondo dell’omogeneità culturale, linguistica, economica.


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